Nato forse in Calabria intorno al 1690, Leonardo Vinci fu con i pugliesi Leonardo Leo e Domenico Sarro, uno dei maestri più influenti nella vita musicale napoletana della generazione successiva ad Alessandro Scarlatti. Allievo di Gaetano Greco al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo (lo stesso dove studiò Pergolesi) fece il suo debutto come maestro di Cappella del celebre principe di San Severo (1719 – 1724). Fu forse grazie a questo illuminato mecenate che Vinci si impose presto sulle scene teatrali cittadine. Dapprima si dedicò al mondo della “commedeja ppe mmusica”, componendo in pochi anni – soprattutto per il teatro dei Fiorentini – non meno di nove opere in lingua napoletana, di cui sopravvive soltanto la partitura de Li Zite ‘n Galera, a parte alcune arie di altre commedie. Dopo i trionfi nel genere comico si dedicò quasi esclusivamente all’opera seria, lasciando alcuni titoli importanti, soprattutto sui testi di Metastasio (Didone abbandonata, 1726 e Artaserse, 1729), seguendo l’esempio del suo collega Sarro. La collaborazione tra i due compositori ebbe una importante verifica nella ripresa della Partenope di Sarro (1722) rielaborata con nuove arie da Vinci per le scene di Venezia nel 1724 e che influenzò probabilmente Händel. Vinci fu infatti il primo autore teatrale napoletano le cui opere furono riprese in Italia e in tutta Europa